Archivio storico e documenti

Nel 1965, l’Archivio e la Biblioteca sono dichiarati beni culturali ai sensi della vigente legge e vigilati dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliotegrafica Toscana, che ha espresso nel tempo apprezzamento per l’opera della nostra Istituzione. Nell’archivio storico troviamo documentazioni che riguardano il percorso di vita della Società Operaia di cascina, dalla sua nascita, nel 1863.
Ecco in sintesi: Le Società di Mutuo Soccorso, nate nel 17° secolo in Gran Bretagna, cominciarono a prosperare in Italia dal 1848 in poi a partire dal Piemonte e dalla Lombardia, diffondendosi in seguito in Toscana e in altre regioni del Centro-Nord. Sostenute da filantropi borghesi, le prime Società di Mutuo Soccorso furono istituite in Italia allo scopo di fornire assistenza a operai e artigiani e alle loro famiglie in caso di malattia, invalidità, disoccupazione o cessazione dal lavoro.
Per iniziativa dell’Avv. Leopoldo Galassi da Montalcino - che l’anno prima aveva fondato un sodalizio simile nella sua città natale e ne fonderà un altro a Cucigliana, piccolo centro vicino a Cascina – e di un gruppo di notabili, nel 1863 nasce la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Cascina, che rappresenterà il motore dello sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio, in particolare di Cascina che diventerà famosa in Italia e all’estero come “Città del Mobile”.
Puntando sull’istruzione e sull’assistenza sanitaria, la SOMS di Cascina iniziò con l’alfabetizzazione della popolazione rurale portando l’istruzione nelle campagne. Fondò la Biblioteca popolare circolante, come la chiama Galassi ne I pregiudizi economici del 1869 (uscito nella collana La Scienza del Popolo edita da Treves), una delle prime biblioteche ambulanti d’Italia e prima biblioteca di Cascina, coi libri trasportati sui barrocci.
Nel 1871 la SOMS di Cascina fondò - nell’attuale sede storica, di sua proprietà, dove nei primi anni si tennero le lezioni - la Scuola di Disegno Professionale e Plastica, divenuta poi nel 1959 Istituto d’Arte e oggi Liceo Artistico Russoli, che fu l’elemento propulsivo necessario per portare la produzione ebanistica e la scultura del legno a quei livelli di eccellenza che caratterizzeranno Cascina per oltre un secolo. Agli inizi del ‘900 contribuì alla fondazione della Pubblica Assistenza di Cascina, fornendo al contempo sostegno economico ai lavoratori in malattia o cessati dal lavoro. Altrettanto fattivamente cooperò alla nascita della Mostra del Mobilio di Cascina, istituita nel 1922. La risonanza e il rilievo dell’esposizione fu tale che la terza edizione della mostra, nel 1924, fu inaugurata dal re Vittorio Emanuele III e, negli anni, da diversi ministri.
La Mostra del Mobilio, a fianco di altre esposizioni, è stata vetrina e simbolo di un artigianato che dai mobili d’arte a quelli dal design più estroso ha conquistato l’Italia intera e forgiato lo spirito di un’intera comunità, coinvolta anche attraverso l’indotto: non c’erano solo mobilieri, ma anche designer, intagliatori, tappezzieri, “lustrini”, pittori e scultori, le aziende meccaniche per la lavorazione del legno. Un periodo, oltre che di prosperità, di buongusto ed eleganza, di apertura verso il mondo, che si respirava in ogni angolo frammisto all’odore di segatura.
La SOMS di Cascina riuscì fin dagli inizi a coinvolgere le menti, gli artisti più famosi e le personalità più in vista non solo a livello locale. Tra i soci più illustri troviamo Giuseppe Garibaldi, socio onorario della Società Operaia di Cascina nel 1891; Gaetano Socci, deputato al Consiglio Generale Toscano nel 1948, suocero dell’Avv. Galassi e presidente della SOMS di Cascina, liberale e punto di riferimento di varie associazioni patriottiche; l’avvocato e scrittore Narciso Feliciano Pelosini, presidente onorario, titolare per un breve periodo anche della cattedra di diritto penale presso la Scuola di scienze sociali di Firenze e senatore del regno dal 1890; Comasco Comaschi, professore della Scuola d’Arte, anarchico e antifascista ucciso nel 1922 dai fascisti, del quale la Società Operaia conserva gli atti del processo ai suoi assassini; il generale Diego Angeletti, ministro e senatore del Regno d’Italia, anch’egli presidente onorario della SOMS di Cascina e socio benemerito; il deputato Arnaldo Dello Sbarba; Giuseppe Cei, nato a Cascina e primo aviatore toscano: nel 1911 alzatosi fino a quota 1800 metri compì numerose evoluzioni a spirale attorno alla Tour Eiffel; Giovanni Grigò (presidente della SOMS), autore del progetto del Monumento ai Caduti, posizionato nell’omonima piazza a Cascina nel 1929; il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, nato a Pontedera; i presidenti del consiglio dei ministri Giulio Andreotti e Giovanni Spadolini.
La sede della Società Operaia fu completamente bombardata nel 1944 e venne ricostruita con i contributi dei cittadini di Cascina, i quali, anche oggi che l’artigianato del mobile si è riconvertito - se non arreso davanti alla concorrenza dei grandi marchi internazionali dei mobili fai-da-te – sentono la Società Operaia come un patrimonio comune e imprescindibile.
Nel 1965, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per la Toscana, con atto n.87, ha dichiarato la biblioteca e gli archivi storici della Società Operaia di Cascina “beni di interesse storico”.
Con queste premesse, nel 2020 la Società Operaia di Cascina, diventata nel frattempo associazione culturale, sotto l’impulso della neoeletta presidente Meri Gronchi (riconfermata alla guida della Società Operaia nel 2023) e di un gruppo di volontari, sfidando le restrizioni della pandemia Covid, ha dato inizio ad un nuovo percorso, ad una rinascita della Società Operaia sempre più apprezzata dai soci, coinvolti nelle varie attività artistiche e sociali: dalle mostre alle gite, alle iniziative culturali, alla presentazione di libri.
Dopo mesi di lavoro per il riassetto della sede, il riordino dei materiali ha prodotto nel 2021 la creazione di nove stanze tematiche che racchiudono il patrimonio della Società Operaia di Cascina. E’ nato così il Museo della Società Operaia di Cascina, Legno e Mestieri, iscritto all’Associazione Nazionale dei Piccoli Musei Italiani e divenuto Museo di Rilevanza Regionale.